Rapporto Green: il futuro di Porto Marghera - DOCUMENTO INTRODUTTIVO
Green Economy è un’espressione solo di recente entrata a far parte del nostro lessico corrente. Un tempo l’economia verde era riconducibile per lo più ad avventure imprenditoriali di nicchia, oggi la Green Economy rappresenta un punto di partenza irrinunciabile per qualsiasi politica di sviluppo. E’ ormai radicata in tutto il mondo la consapevolezza che ad essere in gioco è la sopravvivenza stessa del pianeta.
Barack Obama è diventato il massimo interprete di quella rivoluzione verde che punta a cambiare l’alfabeto dell’economia internazionale. Una sorta di Green Deal Globale, com’è stata definita la scommessa del Presidente degli Stati Uniti. Una necessità per non restare travolti dall’inquinamento che minaccia l’umanità. I pericoli arrivano dalle emissioni di Co2, come dai veleni sepolti sottoterra e sottoacqua.
Una minaccia che giunge da ogni direzione: da cielo, terra e acqua di fronte alla quale è impensabile non correre ai ripari. L’appello di Obama all’Onu non lascia spazio ad equivoci: “Il tempo stringe, se non vogliamo lasciare alle generazioni future una catastrofe irreversibile”.
Cambiare rotta è dunque una necessità, ma anche una grande opportunità. Non solo un sogno, ma un’occasione unica per migliorare le vite di milioni di persone.
I Grandi del mondo possono fare molto, ma non ce la faranno mai se non ci sarà un impegno capillare in questa direzione, nazione per nazione, regione, per regione, città per città.
Per questo la Fondazione Gianni Pellicani ha voluto dedicare questo secondo ciclo di Idee per Mestre al tema della Green Economy nel governo della città.
Una provocazione, che ha però l’obiettivo di valutare concretamente l’orientamento “Green” dell’economia e della politica veneziana.
Partiamo con questa ricerca dettagliata su Porto Marghera prevedendo nei prossimi appuntamenti un focus sulla città in chiave ecologica e uno sull’universo delle nuove professioni. In altre parole la domanda cui cerchiamo di rispondere è: quanto pesa la Green Economy in città? Quali sono gli indicatori di riferimento? Quante le risorse mobilitate?
Un ragionamento su Porto Marghera e la Green Economy non può prescindere dal tema delle bonifiche, della riconversione delle aree dismesse di una zona affacciata su un waterfront unico al mondo. Approfondire il tema delle bonifiche, significa affrontare il tema dell’impasse politico e quindi della paralisi amministrativa che ha finora impedito di procedere all’immane opera di riconversione.
La frammentarietà e la molteplicità dei soggetti coinvolti nelle bonifiche ha recentemente portato a proporre l’istituzione di un “commissario” con poteri straordinari per la pulizia dei suoli di Porto Marghera, sulla scorta delle esperienze positive che hanno consentito la realizzazione del Passante di Mestre e all’escavo dei canali portuali. La soluzione appare però di difficile applicazione, per mancanza di chiarezza politica sugli obiettivi da conseguire e per la complessità della procedura amministrativa. Di certo bisognerà trovare un sistema per accorciare i tempi di autorizzazione dei progetti di bonifica e rivedere i meccanismi per il risarcimento dei danni ambientali. E’ auspicabile quanto meno l’istituzione di una sede unica per il rilascio delle autorizzazioni.
La nostra ricerca ha individuato dieci diversi soggetti pubblici interessati all’esame dei progetti di bonifica. Partendo dall’esperienza di un caso concreto, abbiamo ricostruito i tempi, i vari passaggi e i costi necessari ad un imprenditore tipo per ottenere il rilascio delle autorizzazioni. Una vera Odissea che nel migliore dei casi dura dai 18 ai 24 mesi per la realizzazione di un capannone per ospitare un’azienda meccanica a basso impatto ambientale.
Documento a cura di Pierpaolo Favaretto e Giuseppe Saccà.
Si ringraziano per la collaborazione Laura D’Aprile (ISPRA), Marina Dragotto (AUDIS) e Carlo Pagan.