Cesare De Michelis - Abstract dell'Intervista
Per Cesare De Michelis all’origine della sua passione per la politica c’è l’attenzione alla letteratura intesa come elaborazione e produzione di idee. Ricorda come appena adolescente fosse rimasto affascinato da Goldoni e dalla lettura innovativa che Mario Baratto fece in un convegno per il 250° della nascita dell’autore.
A Venezia tra gli anni cinquanta e sessanta c’era tutto un fermento di idee, giovani e giovanissimi di sinistra si trovavano a discutere nel bar “Il cucciolo” alle Zattere e scoprivano la storia recente del secondo conflitto mondiale: i campi di sterminio e l’antifascismo. Si fondavano numerosi circoli culturali, si promuovevano dibattiti e presentazioni con personalità emergenti della cultura italiana. Con Massimo Cacciari, Paolo Peruzza e Gualtiero Bertelli nel ’59 iniziò la pubblicazione della rivista “Il volto” che si occupava di avanguardia, di letteratura e politica. L’anno successivo la direzione fu allargata a Silvio Lanaro e Maurizio Reberschak.
Un’altra grande passione dell’adolescenza fu il cinema, favorita dall’incontro con Matteo Matteotti, all’epoca esponente del MUIS (acronimo di Movimento Unitario di Iniziativa Socialista), una corrente all’interno del partito socialista. De Michelis seguì le proiezioni cinematografiche a Roma nel circolo che faceva parte dell’entourage di Matteotti e cominciò a conoscere l’ambiente. Si iscrisse alla Federazione Giovanile Socialista intorno al ’59, ’60 e diventò segretario nazionale degli studenti medi d’Italia per conto dell’UGI.
Durante il primo anno all’università di Padova, facoltà di Lettere, frequentò il Centro Universitario Cinematografico, iniziò a occuparsi della Marsilio, la casa editrice fondata nel 1961, e fece l’aiuto regista con Beppe Ferrara e l’assistente di Gianfranco De Bosio nel film “Il terrorista”. A causa di un progetto finito male abbandonò completamente il cinema, terminò gli studi laureandosi con Vittore Branca e diventò assistente volontario all’Università di Padova. Nel 1965 con Cacciari diede vita alla rivista “Angelus Novus”; grazie all’acquisto di una quota societaria entrò nel Consiglio di Amministrazione della Marsilio assumendo la direzione della collana “Saggi”. Nel ’69 ne diventò l’Amministratore Delegato e con gli anni settanta si aprì una stagione fortunata per la casa editrice: si pubblicarono dei libri che divennero dei best seller, come “Il sesso in confessionale” di Norberto Valentini e Clara Di Meglio, o “Pinelli: un suicidio di Stato” di Massimo Sassano.
Nello stesso periodo fu responsabile della cultura per il PSI veneziano, e dal 1975 collaborò alla programmazione delle iniziative del settore cultura del Comune di Venezia. Nel 1980 ebbe l’incarico di assessore alla Pubblica Istruzione nella seconda giunta Rigo-Pellicani. Nel viaggio in Cina per il gemellaggio Venezia Su-Zhou rafforzò il proprio rapporto col vicesindaco comunista. A un anno dal termine del suo mandato si dimise dall’incarico restando in Consiglio Comunale con la funzione di capogruppo. Proseguì con la sua attività presso la Marsilio e l’università. Nella seconda metà degli anni ottanta fu Consigliere Delegato del consorzio che doveva occuparsi dell’Expo a Venezia, il cui progetto non fu realizzato per l’opposizione dei comunisti e dei repubblicani e per la contrarietà dell’opinione pubblica anche internazionale. Dal 1985 non ha alcun incarico politico.