"Democrazia e Primavera Araba" - Gianfranco Bettin e Khaled Fouad Allam
Una grande partecipazione di pubblico ha suggellato l'ultima giornata di Voci Fuori Campo 2011, animata dal dialogo tra Gianfranco Bettin - sociologo e uomo politico - e Khaled Fouad Allam – docente all'universtà di Trieste ed editorialista del Sole 24 Ore.
Tema della conversazione: "Democrazia e primavera araba".
Allam ha posto l'accento sulla realtà quotidiana di chi oggi ha vent'anni al Cairo o a Tunisi. I giovani di questa parte di mondo vivono in una realtà completamente diversa da quella abitata dai coetanei di Roma o New York. La novità storica, posta al centro della riflessione, è il fatto che questi due mondi siano recentemente entrati in un fitto dialogo, grazie alle tecnologie informatiche. Allam ha esplorato i nessi che intercorrono tra questa apertura comunicativa e le recenti rivolte del mondo arabo, poi sfociate in rivoluzioni (Allam ha fatto anche notare che in arabo non esiste differenza tra i due termini).
Gianfranco Bettin ha poi riflettuto sui modi in cui la crescita delle aspettative della popolazione dell'Africa mediterranea e del Medio Oriente, favorita dalla crescita culturale, si sia scontrata con la realtà economica di quei paesi, portando ad un duro contrasto tra le ambizioni della gente e le opportunità a disposizione.
Il festival Voci fuori campo 2011 si è quindi concluso con un doppio concerto, che ha fornito una declinazione artistica del tema posto al centro dell'ultima giornata: l’incontro tra mondo islamico e occidentale.
Un grande gruppo di musicisti iraniani, i Sarawan (composto da Amir Nazari, suonatore di kmanche, Vahid Hosseini, al santur, e Mohssen Kasirossafar, allo zarb daf) ha fatto scoprire al pubblico mestrino l’originalità e l’immediatezza della musica persiana tradizionale, che fa dell’interpretazione creativa e dell’improvvisazione i suoi cardini.
A far loro da controcanto è stato il trio jazz di Michele Polga, ossia il Michele Polga “MP3”, composto, oltre che dal sax tenore Michele Polga, dal contrabbasso suonato da Danilo Gallo e dalla batteria di Tommaso Cappellato. Una diversa filosofia improvvisativa, quella della musica afro-americana, che dagli Stati Uniti ha affascinato e conquistato tutto il mondo.