Nereo Laroni - Documenti

 

Primo testo
La prima giunta Rigo-Pellicani poco oltre la metà del suo mandato pubblicò, curato dall’Ufficio Programmazione del Comune, il Piano Programma 1977/1980 Obiettivo generale riequilibrio del territorio di cui proponiamo alcune parti relative all’Assessorato Pubblica Istruzione, all'epoca Assessore era appunto Nereo Laroni.

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Pubblica istruzione

Obiettivi programmatici

In relazione al dibattito e alle iniziative riguardanti i problemi dello sviluppo scolastico e ai grandi temi della riforma della scuola, l’Amministrazione Comunale, che del dibattito è promotrice e comunque in esso è coinvolta, intende col presente piano definire e programmare ipotesi di lavoro per favorire il confronto di tutte le componenti della scuola e del territorio.

E’ ormai indubbio che una reale uguaglianza delle opportunità educative si deve basare necessariamente su un profondo rinnovamento dei contenuti, dei metodi, dell’organizzazione e della didattica del sapere.

Serietà e qualità degli studi e del processo formativo sono i punti centrali intorno ai quali è necessario costruire un ampio schieramento democratico che raccolga tutte le energie interne ed esterne alla scuola per una grande battaglia politica e culturale di massa che affermi la riforma della scuola di ogni ordine e grado come una delle priorità nazionali.

Il ruolo degli Enti Locali e la loro capacità programmatoria richiedono e sollecitano un quadro di riferimento nazionale che implichi la piena utilizzazione delle strutture e delle risorse esistenti impegnando e raccordando su questo terreno tutte le funzioni istituzionali e democratiche dello Stato e della società nel suo complesso.

Lo impone la situazione di crisi nel Paese, che non può tollerare disarticolazione, sprechi, improduttività. L’Amministrazione Comunale ha inteso e intende con le sue scelte contribuire ad una programmazione dello sviluppo scolastico nel nostro territorio che favorisca e comunque richieda un intervento generale di riforma.

L’attuale situazione di disgregazione deve trovare soluzione in una programmazione che deve avere nel decentramento il principale metodo di lavoro; l’Amministrazione Comunale intende perciò coinvolgere e rapportarsi con i Consigli di Quartiere da una parte, e dall’altra con le componenti della scuola, insegnanti, organizzazioni sindacali, organismi collegiali, in primo luogo i distretti.

Lo sforzo maggiore perciò deve essere quello di rendere organica la partecipazione democratica alla programmazione dello sviluppo scolastico, facendo degli strumenti di democrazia di base luoghi di organizzazione dei bisogni e di elaborazione dei contenuti stessi dell’intervento pubblico; il ruolo dell’Amministrazione deve assumere perciò sempre più una valenza politica di aggregazione delle forze democratiche come momento di coordinamento politico per una sostanziale riforma dell’istituzione scolastica.  […]

Unicità di gestione e di organizzazione della scuola: proposta per una “convenzione” tra Amministrazione Comunale e Amministrazione Centrale dello Stato.

E’ necessario che tutte le funzioni istituzionali che intervengono direttamente e indirettamente nella vita della scuola si rapportino affinché una reale convergenza degli sforzi consenta di superare fittizie separazioni, sprechi, improduttività.

Si deve concordare un’azione dell’Amministrazione Statale e dell’Amministrazione Comunale, d’intesa con la Federazione Unitaria CGIL, CISL, UIL e con le Organizzazioni Confederali di categoria, per una determinazione di una omogeneità dell’intervento pubblico e un suo costante raccordo, contribuendo al superamento, tanto in sede di programmazione didattica, quanto in quello di programmazione dello sviluppo scolastico complessivo, di tutti gli ostacoli derivanti dalla presenza nell’organizzazione scolastica di due amministrazioni, ciò attraverso un costante riferimento agli organismi democratici di gestione della scuola.

Le proposte di “convenzione” tra Amministrazione Comunale e Amministrazione Centrale della scuola deve prevedere:

  1. il riconoscimento del carattere di intervento pubblico che l’Amministrazione Comunale ha svolto e svolge, spesso in carenza dell’intervento dello Stato, in particolare in relazione alla problematica degli insegnanti comunali;

  2. la collaborazione e azione comune dell’Amministrazione Comunale e di quella statale per una effettiva convergenza degli sforzi quale condizione per uno sviluppo programmato di tutte le risorse interne ed esterne alla scuola;

  3. il riferimento costante agli organismi di gestione della scuola in cui va chiesta la presenza, attraverso gli organismi decentrati, dei rappresentanti dell’Amministrazione locale.

[…] 

Obiettivi della Riforma

Scuola dell’infanzia

La legge istitutiva della Scuola Materna Statale n. 444 del 1968 ha certamente aperto nuove prospettive nel campo dell’educazione prescolare. Tuttavia, proprio l’esperienza di questi anni ha posto l’accento sull’insufficienza della Legge stessa: carenze che riguardano la durata del servizio, la suddivisione del personale, il funzionamento degli organi collegiali, il rapporto con le scuole comunali e private.

Gli obiettivi di rinnovamento a cui dovrà puntare la scuola dell’infanzia possono essere così riassunti:

  1. rifiuto di una funzione esclusivamente assistenziale;

  2. superamento di un modello individualistico e privatistico di gestione della scuola;

  3. favorire la riduzione degli scarti socio-culturali di partenza dei bambini;

  4. metodi e contenuti didattici atti alla formazione di un bambino vitale, spontaneo, creativo, autonomo.

In particolare gli strumenti che l’Amministrazione Comunale intende operativi per lo sviluppo della qualificazione del servizio della scuola dell’infanzia sono:

  1. l’applicazione nelle scuole Comunali del regolamento che non è improprio definire fra i più completi e democratici esistenti, in particolare la costituzione degli organismi collegiali di gestione e l’avvio del Centro Educativo per l’Infanzia;

  2. la qualificazione del personale insegnante e non insegnante attraverso una continua opera di aggiornamento;

  3. l’apprestamento di un piano di rinnovo del materiale didattico e dell’arredo di tutti gli spazi educativi, interni ed esterni che favorisca attraverso il gioco, esperienze poliedriche e polivalenti.

A questo proposito si prevede un investimento di circa 500 milioni nel triennio 1977-80, per il rinnovo dell’arredo e attrezzatura didattica.

Scuola dell’obbligo

Per la scuola dell’obbligo, denunciata la necessità di una riforma, gli obiettivi che l’Ente Locale si prefigge devono ovviamente rapportarsi alle strutture dell’istituzione scolastica.

Le proposte di cui l’Amministrazione vuole farsi promotrice possono essere così sintetizzate:

  1. università di programmazione degli interventi per l’avvio e l’espansione del tempo pieno (doposcuola comunali, doposcuola del Patronato scolastico, personale statale in soprannumero, ecc.) DAL DOPOSCUOLA AL TEMPO PIENO

  2. offerta di un servizio che favorisca una didattica corrispondente a una ipotesi pedagogica che non veda slegati i processi di apprendimento da quelli di crescita sociale e psicologica: GLI ITINERARI EDUCATIVI

  3. l’attenzione ai processi di innovazione educativa che trovano, peraltro, una variabile determinante nell’aggiornamento e qualificazione del personale che opera nella scuola: IL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE.

Dal doposcuola al tempo pieno

L’esigenza fondamentale è la programmazione unitaria degli interventi delle diverse istituzioni che operano nel settore: Comune, Patronato Scolastico, Provveditorato agli Studi.

Si dovrà perciò definire gli obiettivi di scolarizzazione a tempo pieno, che potranno essere diversi da zona a zona, a seconda della domanda sociale, delle caratteristiche socio-economiche, del livello di scolarità precedente, del grado di sensibilità degli operatori scolastici, delle condizioni logistiche, ecc.

Il calo demografico, come accennato, che provoca una diminuzione del numero delle classi, l’applicazione della 820, l’utilizzo degli insegnanti in soprannumero, l’inserimento a “pieno titolo” degli insegnanti comunali, o del Patronato scolastico, sono strumenti che permettono, attentamente considerati, il soddisfacimento di una domanda sempre più pressante.

Gli interventi educativi

Un secondo momento di qualificante presenza dell’Ente Locale nella vita della scuola, soprattutto nella logica che la prospettiva del tempo pieno non si costruisce solamente fornendo spazi, attrezzature e personale adeguato, ma favorendo anche una reale occasione di trasformazione di contenuti e programmi didattici, può essere sintetizzato nella programmazione degli “Itinerari educativi”.

Attraverso l’organizzazione degli “Itinerari educativi”, ci si propone:

  1. di mettere a disposizione di insegnanti e alunni, attraverso incontri, visite, ecc. una serie di stimoli che permettano la conoscenza e lo studio di una realtà complessa come quella cittadina;

  2. con l’utilizzazione di più stimoli programmati in un curriculum adatto alle esigenze dei ragazzi e degli insegnanti, di superare il momento episodico delle singole attività, in una programmazione pedagogica più completa e articolata;

  3. di offrire spunti di attività interdisciplinari, nel quadro di una ricerca d’ambiente (o meglio uomo-ambiente) non solamente libresca ma condotta sul campo.

Sarà perciò necessario la collaborazione di tutte le istituzioni, associazioni, organismi sociali, organizzazioni di massa per la messa appunto delle diverse attività e iniziative; nello stesso tempo, poiché a un così notevole sforzo organizzativo e finanziario deve corrispondere una reale efficacia pedagogica, sarà necessaria anche la collaborazione della istituzione scolastica e degli insegnanti in particolare.

 

Secondo testo
Presentazione sintetica dell’attività dell’Assessorato Pubblica Istruzione dopo i primi cinque anni di governo, che si trova nel volume pubblicato prima delle elezioni amministrative del 1980 Dossier Comune. Interviste sulla Giunta a Venezia. Parlano i protagonisti, a cura di G. Benzoni, Arsenale Cooperativa Editrice, Venezia 1980.

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Quattro sono state le linee direttrici che hanno presieduto all’attività dell’Assessorato: eliminazione doppi e tripli turni e nel contempo presenza estesa del servizio pubblico nell’ambito della scuola materna; organici interventi (mense, trasporti ecc.) a che il diritto allo studio sia sempre più una realtà; proposta di una presenza rilevante ed innovativa dell’ente locale nell’ambito della didattica; articolazione dell’intervento sulla scuola- in particolare dalla materna alla scuola media superiore- nel tessuto e nell’arricchimento del territorio.

Cominciamo da dati quantitativi: per le materne sono state istituite 72 nuove sezioni e altre 42 sono state riadattate; per le scuole elementari sono state costruite 62 nuove aule; per le scuole medie 103 aule. Questi semplici dati, che stanno ad indicare lo sforzo notevole di adeguare il servizio scolastico a degli standard di piena efficienza del servizio pubblico, per il modo con cui sono stati realizzati – attraverso il continuo coinvolgimento degli organismi di democrazia scolastica e la partecipazione dei consigli di quartiere – testimoniano una crescita collettiva in termini di consapevolezza delle scelte effettuate senza nulla perdere, anzi, in efficienza.

Nell’ottica di rendere reale il diritto allo studio assieme alla eliminazione dei doppi, tripli turni, abbiamo garantito il servizio di trasporto gratuito di circa 7000 bambini ed abbiamo esteso il servizio mensa a 5000 pasti quotidiani partendo da 2000 al giorno nell’anno scolastico ‘74/’75.

In tale contesto vi è stato anche un adeguamento delle rette in relazione alle singole fasce di reddito: adeguamento che ha incontrato molte resistenze in nome per lo più di un iniquo sistema fiscale che colpisce solo i redditi dipendenti.

Nell’ambito della didattica, utilizzando il personale in precedenza impegnato nel doposcuola e dopo aver constatato la inadeguatezza del servizio reso, abbiamo costruito l’iniziativa degli itinerari educativi che nel 1979 hanno coinvolto 1130 classi delle scuole elementari. Attorno all’iniziativa degli itinerari educativi sono cresciute altre iniziative tendenti a far estendere le possibilità di impegno, gioco e conoscenza del bambino.

Tutto questo lavoro è stato impostato e retto anche dall’istituzione di un centro permanente di ricerca didattica dell’Ente locale, il Centro di documentazione che, tra l’altro, è stato occasione di incontro e di sostegno per operatori scolastici e studenti.

Infine nell’ambito di un crescente e reale intreccio tra scuola e territorio siamo partiti da una volontà di pieno utilizzo del patrimonio librario esistente, come ad esempio alcune biblioteche scolastiche che sono state aperte al quartiere, per giungere infine all’apertura di 10 biblioteche di quartiere e di alcune biblioteche dei ragazzi, che durante l’anno scorso hanno visto la partecipazione di ben 130715 utenti.